Il Monaciello di Napoli


 Attraverso la voce accorata e dolente della Ortese, si avverte l'eco di nostalgie mai sopite, di dolcezze negate e di figure angeliche e lunari, scontrose e carezzevoli.

«Una scrittura sempre in bilico fra realtà e finzione, veglia e sogno: la dimensione onirica prende consistenza nelle parole di Anna Maria Ortese, un mare - come quello che non bagna Napoli - in cui affondano i sentimenti e la fatica dell'esistenza: un corpo celeste al centro della sua poetica che, ancora oggi, risuona con echi di presenze, rimandi, ricordi.» - Martina Renna per Maremosso


Monaciello, scugnizzo malinconico e dispettoso è il protagonista del primo racconto di questo volume, mentre il Fantasma servizievole e triste, che non è altro che la morte, ci accompagna nel secondo racconto. Sono "povere creature inimmaginabili": l'ombroso spiritello del primo racconto vive "in un piccolo armadio dalla serratura guasta, dalle porte malferme, fra cataste di panni scuri e penne verdi di pappagallo", mentre del secondo enigmatico fantasma "abbagliante era il suo sorriso in fondo agli occhi di tenebra".

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